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San Miniato, borgo medievale tra Pisa e Firenze
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San Miniato è terra
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etrusco e poi romano,
come testimoniano gli scavi di una necropoli del
III secolo a.C. in località Fontevivo e
quelli di una villa romana in località Antonini,
i cui reperti sono visibili al Museo archeologico di
Firenze e in piccola parte nel Museo Civico. Il nucleo
originario della Città risale all'VIII
secolo, quando diciassette longobardi, secondo
il documento originale del 713 conservato all'Archivio
Arcivescovile di Lucca, edificarono una chiesa dedicata
al martire
Miniato.
Una tale storia non poteva non lasciare un rilevante
patrimonio artistico e architettonico. Un breve giro
può iniziare dalla centrale Piazza
del Popolo,
con la trecentesca chiesa di San Domenico, ricca di
opere, fra cui un affresco di Sant'Anselmo, attribuito
da Longhi e Berenson a Masolino da Panicale, e un monumento
funebre di Donatello.
A sinistra della facciata la stupefacente Via Angelica,
un passaggio sotterraneo che dalle mura collegava la
Città alla Campagna, su cui si affacciano le
cappelle dell'antico convento. A destra i chiostri
del convento, confiscati e aperti alla cittadinanza
dall'amministrazione napoleonica, dove ha sede l'Archivio
Storico, uno dei più ricchi della Toscana con
oltre centomila documenti dal 1200, fra cui gli antichi
Statuti del Comune.
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Proseguendo si trovano esempi di architettura rinascimentale,
fra cui Palazzo Formichini , sede della collezione
della Cassa di Risparmio (con opere del Guercino, Lorenzo
di Bicci, Jacopo del Sellaio, Cigoli e Giovanbattista
Naldini), e soprattutto Palazzo Grifoni, edificato
nel 1555 da Giuliano di Baccio d'Agnolo. Scendendo
a valle, oltre l'ottogonale chiesa della Santissima
Annunziata, che conserva le reliquie di Santa Dorotea,
si incontra il Monastero di Santa Chiara., altro nucleo
del sistema museale, con opere del Cigoli, Deodato
Orlandi, Jacopo Chimenti e tavole di scuola senese
e fiorentina del Quattrocento.
Ma è in direzione opposta partendo da San
Domenico che si sale
al vecchio centro castellare. Superato Palazzo Roffia,
anch'esso di Giuliano di Baccio d'Agnolo,
ci si inoltra nella Porta Toppariorum, che dà accesso
all'antico nucleo difensivo. All'interno della Porta,
la Casatorre degli Stipendiari, opera federiciana,
oggi spazio espositivo, che ospitava il contingente
militare. Oltre, la scenografica Piazza del Seminario,
chiusa dall'altra porta medievale detta della Ruga.
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Dalla Piazza, attraverso un triplice sistema d'accesso,
si sale alla Piazza del Duomo.
Qui si trovano, risalenti
all'XI secolo, i resti della torre e del Palazzo
imperiali, sede dei vicari ottoni e svevi, che hanno
ospitato
ben quattro imperatori germanici: Ottone I di Sassonia
nel 962, Federico Barbarossa nel 1167 e nel 1178,
Ottone IV nel 1209 e Federico II di Svevia nel 1218,
nel 1226
e nel 1240. Dirimpetto il Palazzo Vescovile, eretto
nel Trecento su tre edifici preesistenti. Davanti,
il Duomo, l'antica pieve di Santa Maria del 1100,
che conserva il suo prospetto romanico.
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Accanto il Museo Diocesano d'Arte
Sacra con numerosissimi
reperti, un redentore del Verrocchio e una crocifissione
di Filippino Lippi. Dietro, la Torre di Matilde, eretta
nel 1100 e poi inglobata nel duomo come torre campanaria.
In alto, la Rocca e il cassero federiciano dove, come
ricorda Dante nel XIII canto dell'Inferno, venne imprigionato
per morirne Pier delle Vigne, consigliere in disgrazia
di Federico II.
Alle pendici della collina principale si collocano
poi la mole trecentesca del convento
di San Francesco,
per molti secoli uno dei centri francescani più fiorenti
della Toscana. Nel Quattrocento fu retto dai Beati
Borromeo e Bernardo, che poi insegnarono a Oxford e
alla Sorbona. Sull'altro versante della collina, il
Santissimo Crocifisso, pregevole opera a croce greca
di Anton Maria Ferri del 1705, dove si venera un crocifisso
ligneo dell'XI secolo, ritenuto miracoloso.
Davanti al Santuario si trovano il Palazzo
del Comune,
con sale affrescate dietro la facciata ottocentesca,
e l'Oratorio del Loretino, con tavole di Francesco
Lanfranchi, fratello di Andrea Del Sarto, e un altare
ligneo del 1527. Discendendo la collina, fra chiese
e palazzi altomedievali, si giunge nella storica Piazza
Bonaparte, col monumento a Leopoldo Granduca di Toscana
del Pampaloni e l'Oratorio di San Rocco, antica cappella
di famiglia dei Buonaparte.
Proseguendo verso la distrutta Porta
di Poggighisi,
da cui Francesco Ferrucci conquistò la città nel
1530, si giunge infine alla chiesa di Santa Caterina,
rimaneggiata nel XVII secolo, che ospita lo scheletro
di San Bonifacio martire, e il cinquecentesco Palazzo
Migliorati, oggi sede dell'Accademia degli Euteleti,
che conserva la maschera funebre di Napoleone.
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